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GENITORI E NONNI: RUOLI E CONFINI

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a cura di Elena Daniel

Nonni e nonne possono essere una risorsa importantissima per i più piccoli: sono coloro che narrano la storia della famiglia, garantendo un filo di connessione tra generazioni e trasmettendo ai più piccoli la sensazione di far parte di una rete di relazioni che dà sostegno e sicurezza; possono essere persone di importante riferimento affettivo che mantengono una continuità anche quando i genitori sono in difficoltà o si separano, o, in alcuni casi, muoiono. Sono, inoltre, adulti che hanno maturato uno sguardo oramai più maturo e rilassato nei confronti della vita e possono stare in relazione con i piccoli seguendo tempi meno affannati, rispetto a quelli di chi lavora.

Va considerato però che i nonni sono persone tutte diverse tra loro e non possono essere paragonate ad uno standard: qualcuno può desiderare essere nonno a tempo pieno, qualcuno invece può voler preservare tempi per sé e per le proprie passioni, dedicandosi meno ai nipoti. E’ importante rispettare le loro disponibilità e necessità.

In famiglia, quando nascono nipoti, cambiano i giochi: spesso, per la prima volta, i neo-genitori hanno l’occasione per sentirsi riconosciuti adulti a pieno titolo. Questo implica però che tutti siano disposti a rivedere il proprio ruolo: i nonni a cedere l’esclusiva di un ruolo che era soltanto loro, quello di genitori appunto, e che i figli siano pronti ad accettare le sfide e le responsabilità dell’essere adulti.

Come si può immaginare, non sempre va così: alcuni genitori mollano difficilmente l’osso e continuano a trattare i figli come se fossero piccoli e non autosufficienti, pretendendo magari che si facciano sentire o vedere tutti i giorni, creando non poche difficoltà nel nuovo nucleo famigliare che questi stanno cercando di costruire. Il/la figlio/a può sentire di dover scegliere tra la famiglia d’origine e quella nuova: in questi casi i nonni smettono di essere risorsa e diventano, piuttosto, fonti di criticità.

E’ NECESSARIO AVERE TUTTI LA STESSA VISIONE EDUCATIVA?

Le questioni educative, si sa, sono terreno fertile per opinioni diverse e potenziali conflitti, soprattutto, quando i nonni si occupano di bambini e bambine mentre i genitori lavorano.

Più si comunica apertamente, più, ovviamente, è facile comprendersi: definire delle linee educative essenziali in modo esplicito può rendere la vita più facile. Però molti sanno che questo a volte non basta!

Il segreto, infatti, è la flessibilità: i vari nonni (che nelle famiglie ricomposte possono anche essere numerosi!) hanno stili diversi e questo non può che far bene ai bambini (fin quando non vengano messi in situazioni di pericolo chiaramente). I piccoli possono adattarsi senza problemi a situazioni differenti e questo li aiuta a crescere. Di solito, sanno poi ben distinguere le regole dei vari contesti; per questo non dovrebbe essere molto difficile aiutarli a capire che dai nonni funziona in un certo modo e, a casa propria, in un altro.

Non sono le differenze educative a mettere i piccoli in difficoltà ma i giudizi negativi dati da un adulto di riferimento verso l’altro. Sentire screditata una persona a cui vogliono bene può far perdere fiducia e disorientare.

Laddove le tensioni sono all’ordine del giorno, è importante chiedersi se i conflitti riguardino davvero questioni pratiche o se queste non siano il pretesto per recuperare sfide che hanno origini lontane nel tempo. Si possono riconoscere così antichi desideri di rivalsa, di potere, di vendetta… E’ molto importante assumerne consapevolezza, per poterli affrontare in modo diverso o per metterle definitivamente da parte. I più piccoli non hanno alcuna responsabilità sui vecchi rancori e non vanno utilizzati come capri espiatori.

E SE UNA FAMIGLIA FOSSE COME UNA SQUADRA?

In un noto video, J. Velasco, allenatore nella pallavolo, sottolinea come essere una squadra significhi giocare per un obiettivo condiviso ma con ruoli ben definiti: chi è in difesa non va in attacco senza avvisare nessuno, solo perché ritiene che gli attaccanti non stiano facendo bene il loro lavoro. Il rischio è il caos. Così in famiglia: i genitori hanno il compito di assumersi la responsabilità delle scelte educative dei figli senza delegarle e i nonni dovrebbero sostenere i genitori come figure adulte mature, senza sostituirsi a loro. Nemmeno in caso di malattia di un genitore, di gravidanze precoci o altro. Possono invece supportare il genitore a prendersi carico delle sue responsabilità.

Velasco sottolinea in questo secondo video che chi schiaccia nella pallavolo non dovrebbe mai criticare il modo in cui gli è stata alzata la palla dal compagno di squadra. Deve, invece, allenarsi a schiacciare anche palle alzate male. Tradotto nell’ambito famigliare: inutile commentare, criticare, dare colpe agli altri per ciò che non funziona. Più utile è fare al meglio ciò che è nelle proprie possibilità e nelle proprie competenze, supportando gli altri.

E nella tua famiglia:

  • Qual è l’obiettivo condiviso come squadra nei confronti dei più piccoli?
  • I ruoli sono chiari per tutti o qualcuno fatica a rimanere nel suo?
  • Quando c’è una difficoltà, si è pronti a scaricare le colpe sugli altri o ci si interroga su come “schiacciare le palle alzate male”?