Siamo un vecchio paese. L’Italia, che negli anni Cinquanta era tra i paesi europei più giovani, rispetto agli altri è invecchiata di più e più rapidamente. I dati Istat dicono che «se nel 1957 la metà della popolazione italiana aveva meno di 31 anni ora ne ha più di 45. In sessant’anni, dunque, il baricentro della popolazione italiana si è spostato di oltre 15 anni». E in questi anni anche il concetto di invecchiamento è molto cambiato.
Quando si diventa anziani?
Una persona non è più considerata anziana solo quando supera i 65 anni di età; con l’allungamento della speranza di vita e il cambiamento di alcuni fattori importanti fisici, culturali, psicologici e sociali questa soglia sembra sembra destinata ad essere spostata più in avanti.
Le persone over 65 possono essere suddivise in due categorie, i cosiddetti giovani anziani (quelli che hanno un’età compresa tra i 65 e i 74 anni) e i grandi anziani. La maggioranza dei giovani anziani dichiara di non sentirsi vecchio ed è impegnata a rivestire il ruolo di generazione sandwich, dando assistenza sia ai grandi anziani (che potrebbero essere anche i loro genitori) che ai più giovani (figli o nipoti), che sempre più spesso vivono con loro e che hanno meno solidità economica.
Cosa significa essere vecchi?
Il concetto di invecchiamento è spesso definito con un’accezione negativa, che mette in luce la progressiva perdita di interessi, obiettivi e abilità. Di fronte al reale invecchiamento della popolazione, notiamo però che l’età anziana è diventata anche una fase di nuovi progetti, attività e vita sociale.
Da un lato quindi si osservano le perdite conseguenti alle malattie – si pensi ad esempio alla sindrome della demenza. Dall’altra le esperienze di tutti coloro che si mettono attivamente in gioco e danno un significato diverso a questa fase del ciclo di vita.
Così come non si diventa adulti da un giorno all’altro, non si diventa vecchi tutto d’un tratto… Ecco dunque che abbiamo la possibilità di “prepararci” a questo momento (per alcuni molto temuto).
L’invecchiamento è un argomento complicato, ricco di pregiuzi e tabù che ci allontanano dal parlarne. Affrontarlo significa prendere in considerazione l’idea di perdita, dolore, fine della vita… argomenti che la quotidianità non ci aiuta ad approfondire.
Affrontare – o solo parlare di – sofferenza e morte significa fermarsi, ascoltarsi, conoscersi, mettersi in discussione.
In quali modi si può invecchiare?
Le teorie sull’invecchiamento di successo, o invecchiamento positivo, mettono in luce una serie di risorse e competenze che si sviluppano proprio in età avanzata, costruendo un’elevata funzionalità a livello generale.
La credenza di poter intervenire in maniera attiva ed efficace sulla propria vita, di esserne i protagonisti attivi, è il fondamentale punto di partenza.
Le perdite a cui si va incontro in età anziana, possono essere affrontate infatti grazie anche alle riserve messe da parte nel corso della vita: interessi, relazioni sociali, passioni, cultura, strategie per affrontare le difficoltà.
Si può dunque invecchiare bene, e non è solo una è questione di fortuna. E’ una possibilità alla portata di tutti, che si può costruire sulle scelte quotidiane di tipo alimentare, fisico e psicologico.
Per invecchiare bene non ci sono ricette magiche, nè regole da seguire. E’ un percorso che però non deve essere improvvisato.
Forse l’età anziana arriva così tardi proprio per darci il tempo di formulare un’idea su di essa, dare un significato, ed eventualmente modificarlo.
Si può iniziare dal conoscersi meglio giorno dopo giorno, ed essere capaci di prendersi cura di sè anche quando si sta bene.
E’ importante chiedersi che significato diamo all’invecchiamento, quali desideri di vecchiaia abbiamo, e cosa temiamo. In questo la psicoterapia può diventare un valido aiuto: uno spazio personale in cui ritrovare un equilibrio, formulare nuovi progetti, obiettivi, confrontarsi con i cambiamenti.
Infine alcuni spunti per costruire un processo di crescita utile per un invecchiamento positivo:
– Conoscere e riconoscere le proprie risorse emotive, relazionali
– Investire in nuovi obiettivi
– Coltivare le proprie passioni, trovarne di altre
– Allenare la flessibilità, andare incontro all’imprevisto, modificare le abitudini
– Ampliare o rafforzare la propria rete sociale
– Chiedere aiuto a chi può darcelo.