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Lavorare stanca davvero?

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a cura di Francesca Poser

La parola “stress” sembra essere entrata nel nostro linguaggio quotidiano, è di uso frequente in tutti i settori, anche se spesso ci dimentichiamo del suo vero significato.

Immaginando dunque lo stress come a un tiro alla fune, possiamo andare incontro a vari esiti, come la rottura della fune o la caduta di una delle due parti. Così come la corda può rompersi, anche nella persona “sotto stress” possono esserci conseguenze importanti, segni di rotture che portano disagio di natura corporea, mentale e comportamentale che possono portare ad una resa incondizionata.

Al contrario, una persona che resiste allo stress sarà come una corda che non si rompe, che resiste alle sollecitazioni.

La prospettiva si ribalta se pensiamo invece allo stress come una condizione naturale dell’essere umano, o come lo ha definito Andrew Denn – saggista americano – come “un comune raffreddore della psiche”. Uno stato che ci accomuna agli altri animali e che rende possibile ad esempio effettuare alcune scelte in breve tempo, reagire ad un pericolo, improvvisare una soluzione. Negli animali tale tensione è rivolta ad un obiettivo ben preciso (raggiungere il cibo, fuggire da un predatore, ecc.), raggiunto il quale lo stress si annulla e ritorna lo stato di quiete. Negli esseri umani però i continui cambiamenti e la prolungata durata degli eventi stressogeni, minano il benessere fisico e psicologico personale e sono potenzialmente motivo di malattia e disagio psicosomatico.

In particolare ci troviamo sempre più ad affrontare problemi legati alle difficoltà negli ambienti di lavoro, il cosiddetto stress lavoro-correlato. Questo si traduce in una risposta psicofisica che si verifica quando le richieste del lavoro superano le risorse o le capacità del lavoratore di farvi fronte o si scontrano eccessivamente con i suoi bisogni.

Il lavoratore cosiddetto stressato

  • rende di meno,
  • commette più errori,
  • è più esposto ad infortuni,
  • ha minore qualità di vita,
  • teme l’innovazione,
  • è più a rischio di malattie psicosomatiche.

Il numero di persone che soffrono di stress lavoro correlato sembra destinato ad aumentare. Gli ambienti di lavoro e le caratteristiche stesse del “mercato” attuale portano a relazionare sempre più disagi, sofferenze, problemi di salute.

Per molti il lavoro rappresenta lo scopo della vita e contribuisce allo sviluppo della propria identità. Ma non è così per tutti: alcuni considerano la propria occupazione un insieme sgradevole di obblighi. Compiti che considerano irrilevanti, monotoni e molto impegnativi, questo li rende vittime dello stress lavorativo.

Ma, al di là delle preferenze che ognuno di noi può avere a livello lavorativo, lo stress può apparire in diverse occasioni. Questo si ripercuote sulla salute, soprattutto se è uno stress costante nel tempo o ha dei picchi d’intensità molto forti. Solitamente i problemi sul lavoro riguardano in parte gli aspetti organizzativi e logistici, ma soprattutto le relazioni con i colleghi, i superiori, gli utenti.

I sintomi che accompagnano lo stress lavoro correlato possono divenire molto invalidanti per la persona stessa, che spesso si sente intrappolata, ricattata da un sistema più grande di lei, di fronte al quale non può fare altro che soccombere.

Ecco allora che il campanello d’allarme dello stress dovrebbe suonare prima, quando c’è ancora la forza e la possibilità di compiere scelte diverse.

Per riconoscere i segnali precoci è importante conoscersi meglio, affrontare i propri limiti, esplorare i propri desideri. Talvolta da soli non ce la facciamo, è dunque importante chiedere aiuto, confrontarsi con altri, siano essi colleghi, persone esterne al contesto lavorativo o professionisti.

E’ importante innanzitutto allenarsi nella gestione degli eventi stressanti, di qualsiasi natura essi siano, e questo si può fare ampliando gli interessi e le passioni della propria vita, programmando attività gratificanti al di fuori del contesto lavorativo, dedicando alcuni  momenti della giornata ad attività che ci rilassino e ci permettano di staccare la spina; condurre una vita sana, imparando tecniche per ridurre la tensione.

Nell’ambiente di lavoro è poi fondamentale

  • analizzare il contesto lavorativo, la cultura aziendale

  • darsi obiettivi reali e raggiungibili

  • curare l’ambiente (ad esempio abbellire l’ufficio, ecc.)

  • incoraggiare le relazioni sociali e comunicare in modo efficace

  • continuare a formarsi e crescere professionalmente

Quando siamo sommersi dallo stress rischiamo di non vedere alternative percorribili, di adeguarci a ciò che succede intorno, con la forza del messaggio “si è sempre fatto così!”….

Da un’altra prospettiva potremmo invece interrogarci sul senso della scelta del nostro lavoro, sulle motivazioni che ci hanno portato ad intraprenderlo. Cosa mettiamo in gioco di noi in questa attività? Quali sono le mie attitudini, i sogni, i desideri?

Non diamo per scontato che le cose stanno così e basta, ma proviamo ad esplorare al di là, a chiederci che cosa davvero ci impedisce di cambiare, e a cosa andremo incontro con le nostre scelte. Diventa necessario comprendere quali sono le cose che non posso cambiare nel mio posto di lavoro, e gli aspetti che invece posso modificare. Ad esempio, se le mie tensioni riguardano i rapporti con un collega, trovare strategie perchè questa persona si allontani dal servizio potrebbe rivelarsi un’inutile perdita di energia. Investire invece in nuove modalità di approccio, relazione e comunicazione con tale persona, potrebbe al contrario aiutarci ad affrontare il problema da un altro punto di vista e a scoprire nuove soluzioni.

Ricordiamoci che le alternative ci sono sempre, ma non sempre sono visibili ad occhio nudo.

A volte ci serve una lente di ingrandimento, oppure un angolo diverso da cui guardare il mondo e noi stessi.