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Il ricatto affettivo: amami altrimenti…

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A cura di Elena Daniel

Non sempre un rapporto affettivo è fondato soltanto su un legame sentimentale e su una libera responsabilità reciproca; accade talvolta che vi siano dei fili sottili ma resistenti di altra natura a tenere unite le persone. Fili che toccano le paure più profonde degli individui.

Mi riferisco ai ricatti emotivi: più o meno consapevolmente alcune persone giocano sul senso di colpa altrui per tenerli legati a sé. Il ricatto può assumere diverse forme:

la minaccia di punizione: il messaggio lanciato esplicitamente o implicitamente consiste nella possibilità di interrompere la relazione qualora la propria richiesta non venisse appagata ad es. “se non rimanessi con me questa sera, potrei stancarmi di te e lasciarti o tradirti”
la sofferenza psicologica: in questo caso la persona lascia intendere che, qualora l’altra non soddisfi i suoi desideri, si sentirà particolarmente triste, soffrirà o potrà arrivare addirittura al suicidio. Ad es. “se mi lasciassi, ne potrei morire”
– il debito: come se l’amore fosse un mercato in cui si vende e si compra, una persona può far capire che è in credito verso l’altra avendo fatto tante cose per lei, ad es. “perchè non dai un bacino alla nonna, dopo tutti i regali che ti ho comprato?”, “non mi cerca mai, nonostante tutto quello che ho fatto per lei!”

Queste situazioni possono verificarsi in tutti i tipi di rapporti: di coppia, genitoriali, amicali ecc. Sono dinamiche che fanno leva sul senso di colpa e rendono la relazione manipolativa; e così la scelta di ciò che si dice o si fa non è più guidata dalla spontaneità ma dalla paura di una ritorsione.

Persone che tendono a tenere molto in considerazione il giudizio altrui, credono poco in se stesse o temono di non poter essere amate in modo più equilibrato cadono più facilmente in queste dinamiche.

Va detto che anche “la persona ricattatrice” è a sua volta probabilmente una persona che in cuor suo teme di non poter trattenere a sé una persona in altro modo: potrebbe sentire di non valere abbastanza da meritare che qualcuno stia con lei in modo libero. Arriva così a crede di non avere altri mezzi, se non la manipolazione, per mantenere vivo il legame.

Sei coinvolta/o in una relazione ricattante?

Può essere complicato accorgersene poiché il ricatto può essere fatto in maniera poco esplicita, senza minacce aperte ma attraverso i silenzi o i comportamenti. In alcuni casi, chi ricatta assume l’atteggiamento da vittima: può così confondere e far sentire l’altro come “la parte cattiva” della situazione.

E’ utile fare attenzione a questi aspetti:

spesso Partner cerca di farti sentire in colpa per qualcosa che hai fatto/ non hai fatto?
spesso prendi delle decisioni contrarie ai tuoi desideri solo per mantenere la tranquillità nella relazione e non far innervosire/ fare del male a Partner?
ti senti spesso minacciato/a o che si faccia leva sui tuoi punti deboli, sui tuoi timori per indurti ad accettare una richiesta?
senti che potresti perdere Partner facilmente? senti sempre di poter essere abbandonata/o?
ti senti votata/o alla sottomissione o “all’autosacrificio”?

o viceversa:
senti spesso di poter perdere Partner o il suo amore e per questo provi frequentemente rabbia/paura/ansia?
vivi ogni azione di Partner diversa dalla tua volontà, come una possibile minaccia alla vostra relazione?
hai l’impressione che l’unico modo per controllare Partner sia minacciare o far sentire in colpa?
ti vivi spesso come una vittima nella relazione e tendenzialmente fai pesare a Partner di essere “la parte cattiva della coppia”?

Più il legame è importante e più i ricatti sono alla base di questo, tanto più entrambe le persone coinvolte si sentiranno intrappolate e inaridite con il tempo da questo tipo di relazione. Sia per chi ricatta che per chi viene ricattata/o, è possibile uscire da tale labirinto e trovare modi diversi per costruire le proprie relazioni: uno fra tutti è osservare dall’esterno ciò che accade per assumere consapevolezza rispetto alle dinamiche che tendono a ripetersi. Non sempre però è facile e non sempre si è in grado di trovare autonomamente una valida alternativa di movimento. In questi casi, è bene rivolgersi ad un/una professionista che sappia orientare in questo percorso.

 

Aprire un dialogo rispetto alla sessualità con figlie e figli è possibile e necessario. Si può iniziare già alla scuola primaria.